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lunedì 12 novembre 2007

Caso Sandri, Nucara: "Responsabilità politiche e istituzionali".

“E’ evidente che di fronte ad una disgrazia di queste proporzioni che coinvolge anche un agente con dodici anni di servizio sulle strade, il problema non può essere risolto con un capro espiatorio. C’ è un deficit di preparazione delle forze dell’ordine e soprattutto in questi casi non si manda la stradale che istituzionalmente è preposta ad altri compiti. Ci sono evidenti responsabilità politiche e istituzionali in tutte le vicende che hanno infiammato le città italiane, da Bergamo a Taranto passando per Roma. Il governo ci dovrà dire se è in grado di garantire l’ordine pubblico.
Il ministro dell’Interno, che sarà in Parlamento per riferire sui tragici avvenimenti, lo faccia in termini politici e non burocratici, spiegando quanto è successo nella giornata di domenica. A noi interessano poco le spiegazioni tecniche sulla morte del ragazzo, interessa di più sapere se questo è un Paese in cui si possono distruggere caserme o beni dello Stato (Coni) o beni dei cittadini solo perché si è tifosi. Sembriamo un Paese allo sbando senza bussola. Diamo ragione a Pasolini, stiamo dalla parte di chi non si può consentire nemmeno il biglietto per lo stadio, dalla parte della polizia. Ai familiari del giovane Sandri il cordoglio affettuoso e molto sentito di tutti i repubblicani italiani.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

E' scandaloso quello che è successo ad Arezzo ed è ancora più scandaloso che a più di 30 ore di distanza dai fatti non si sia fatta luce su quel "tragico incidente".
GS

Anonimo ha detto...

L'Italia è un paese allo sbando,senza certezza della pena scene come quelle di ieri sera a Roma si ripeteranno sempre.

Andrea

Anonimo ha detto...

I fatti di Arezzo testimoniano come l'Italia sia un paese alla deriva. Molti organi di informazione e molti politici hanno "confuso" la causa con l'effetto, parlando del tifo violento piuttosto che della morte di Gabriele Sandri.

Anonimo ha detto...

Sembra essere tornati indietro di 30 anni...

Anonimo ha detto...

Ora si sta pensando di processare i tifosi che hanno fatti gli scontri a Roma per terrorismo. Significa che in quel momento stavano sovvertendo l'ordine democratico dello Stato? Parliamo di quel povero ragazzo ucciso e affrontiamo la problematica vera

Anonimo ha detto...

Luigi Spaccarotella e Gabriele Sandri. Un polizziotto e un tifoso. Cittadini Italiani. Eppure, nonostante i nomi, nonostante tutto non si parla di quel che davvero è accaduto, ma tutto si fa fiction in un paese come il nostro. Dettagli dell'omicidio, dettagli delle vite private, supposizioni sul "e se non fosse accaduto"... Sono indignata dal come, ancora una volta, istituzioni, media, stiano affrontando l'accaduto.
Laura

Anonimo ha detto...

E adesso cosa ci dobbiamo aspettare? un libro sull'accaduto? Una lunga serie di speciali in seconda serata? Una sfilza di prime pagine sui rotocalchi? Ciò che L'Italia proprio non safare è avere rispetto e centrare la questione. Una persona ha perso la vita. Qualcuno deve affrontare la situazione. Saremo capaci di farlo per una volta?
Alice

Anonimo ha detto...

diciamo che le prime responsabilità appartengono ai media che hanno subito lanciato la notizia a tutto spiano quando era meglio evitare e lasciare il morto come anonimo senza precisare che era un tifoso in trasferta.
se a 30 ore dal fatto non si sà bene cosa sia accaduto di preciso,ciò avviene xkè ha dei santi in paradiso.
ora ci dovremo sorbire chiacchiere dei politici che vogliono dimostrare di aver in pugno una situazione che non conoscono nemmeno!!!!!!
ci vediamo al prossimo morto

Anonimo ha detto...

La cosa grave che nel nostro Paese in pochi credono alle parole delle forze dell'ordine. Quando a Roma ci fu il derby sospeso nel 2004 il Questore disse che non c'era nessun bambino morto, ma il match si sospese lo stesso. Il problema è radicato nella società non, o non solo nel calcio.

Anonimo ha detto...

Le responsabilità politiche e istituzionali sono lo specchio di un Paese in evidente dificoltà su più fronti

Anonimo ha detto...

Sembriamo un paese impazzito.la gente,lo stato,le istituzioni hanno perso completamente il senso del ruolo.un ragazzo è morto,morto per cosa,perchè?per un poliziotto impazzito o per una disgrzia?forse nulla di tutto questo,ma i nostri cari giornalisti benpensanti sono stati estremamente celeri a dare una spiegazione.tutti sono stati prontissimi a spiegare i fatti,con una facilità che neppure il più fantasioso dei detective avrebbe avuto.
Perchè succede tutto questo,perchè devo sentir parlare gente che deve essere per forza perbenista,oppure persone che dichiarano che il poliziotto ha sparato un colpo in aria e poi,in realtà,ha colpito una persona seduta in macchina(sarà l'effetto del fenomeno placanica?).
Non ci fidiamo più delle istituzioni,perchè loro ormai ci hanno fatto perdere la fiducia,e questo crea una grandissima rabbia che non so ancora per quanto potrà rimanere repressa.Personalmente ho una grande amarezza perchè sento che anche questa morte non lascierà il segno,anche questa sarà una morte inutile.Ruzzolo

Anonimo ha detto...

D'accordo con te Ruzzolo, sarà solo un'altra morte, che lasciarà il segno solo per qualche giorno. Già quella dell'ispettore Raciti doveva essere quella della "svolta". Ciò che preoccupa è anche come molti mass media abbiamo più parlato degli incidenti del "dopo Arezzo" che del fatto in sè. Napolitano in visita negli Emirati Arabi dice che l'Italia non è questa, sbagliato caro Presidente, l'Italia è anche questa, non solo vero, ma purtroppo è anche questa.

Anonimo ha detto...

Non ci rendiamo conto che qui c'è un ragazzo che ha perso la vita.

Come al solito in Italia serve che ci scappi il morto per rendersi conto della gravità della situazione.

Il problema è l'incompetenza degli agenti? La violenza degli ultras? La sicurezza degli stadi?

Chissa?