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giovedì 11 ottobre 2007

Nucara: "Capecchi non è italiano".

Il nostro paese non può arrogarsi il vanto di considerare il premio nobel Capecchi come un suo connazionale. Non solo per l’odissea infantile da lui vissuta e tale da far credere che se Capecchi fosse rimasto in Italia o non sarebbe sopravvissuto o sarebbe cresciuto in un riformatorio. Ma soprattutto per la sua presa di posizione sulle staminali. Egli infatti chiede all'Italia di cambiare politica ricordandoci che “anche gli individui più devoti hanno il dovere morale di battersi per curare chi già vive e soffre e non solo chi non è mai nato”. Fino a quando l’Italia non cambierà questa politica è bene considerare Capecchi un quacchero statunitense.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente d'accordo con quanto scritto infatti Capecchi sia per le esperienze di vita che per le idee sulle staminali non può essere considerato italiano.
Cordiali saluti
Andrea

Anonimo ha detto...

Credo che nasca in un paese vi apparterrà per sempre qualsiasi percorso faccia nella vita.

Giulio

Anonimo ha detto...

Per coniderarsi italiani bisogna vivere per l' Italia e per gli ideali italiani.
Chi ha nel cuore l' Italia può e deve considerarsi italiano anche se vive all' estero.
Vi sono persone che vivono in italia ma non sentono il dovere morale e civiel di far crescere il nostro paese.

Anonimo ha detto...

Anche se Capecchi è nato in Italia, del nostro Paese non ha molto. Non può avere molto perchè partì per gli Usa quando era piccolo. Nessuno può considerarlo italiano...

Fede78

Anonimo ha detto...

Vorrei scomodare l'illustre GIAMBATTISTA VICO e i "suoi corsi e ricorsi storici": gli austriaci hanno trasformato in tedesco Adolf Hitler e hanno fatto passare Ludwig van Beethoven come loro connazionale... ora tocca all'Italia sventolare la propria bandiera ad un nuovo vento...
troppo facile mia cara Italia, troppo facile.
Ralph

Anonimo ha detto...

Le ricerche di Capecchi sui topi hanno aiutato a studiare malattie nel dettaglio e hanno salvato molte persone. Uno così non può considerarsi italiano...

Anonimo ha detto...

Capecchi è l'ennesima testimonianza del fuga dei cervelli dall'Italia. Poi si parla tanto di giovani, di ricerca. Ma quando si farà veramente qualcosa per noi giovani?

Barbara

Anonimo ha detto...

MA NON POSSIAMO VANTARCENE PERCHE SE STAVA IN ITALIA COL CAZZO CHE TROVAVA I FONDI PER ARRIVARE DOV'è ORA.

STAREBBE ALLA SAPIENZA CON UN CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO DA 750 EURO AL MESE

Anonimo ha detto...

Per come l'Italia sta non-sostenendo i ricercatori, credo sarebbe meglio si occupasse di non far fuggire una prossima mente, piuttosto che tentare di recuperare la nazionalità di questa già persa e, ormai, non più Italiana.
Saluti,
Alice

Anonimo ha detto...

Buonasera, ecco che appena innaugurato questo blog mi accingo a leggere i suoi primi post e mi ritrovo difronte alla questione Capecchi e Dachau. Argomenti così dissimili all'apparenza. Un giudizio su una nazionalità da attribuirsi il primo, e un comportamento inclassificabile il secondo.
Capecchi, emigrante, di Italiano aveva solo il padre e la madre, deportata a Dachau lo portò con se in America. La stessa Dachau dove ancora oggi purtroppo avvengono fatti che lasciano senza parole. Un filo sembra unire questi due primi post. Forse non voluto, o forse sì. Io però ci voglio leggere un grande significato. Di spazio e larghezza di ragionamento. Che possa in qualche modo insegnarci a ragionare più in grande.
Laura

Anonimo ha detto...

l'ennesima dimostrazione di quanto l'italia e chi la rappresenta siano ridicoli.

Anonimo ha detto...

Il "caso Capecchi" apre scenari diversi: la ricerca delle staminali in Italia, perchè mai uno scienziato non torni nel nostro Paese per i suoi studi, ma soprattutto il perchè arrogarsi il diritto di un Nobel, che di italiano ha solo il cognome. Ma si sa la gloria non rimane mai senza padrone...

Pietro

Anonimo ha detto...

Italia è immobile. E' un paese in declino. La storia di Capecchi ne è l'ennesima dimostrazione.

Anonimo ha detto...

Nell'era della globalizzazione ci spingono a sentirci tutti cittadini del mondo, ma quando c'è da appuntarsi una medaglia al petto, sottoforma di nobel magari, ecco ridefinirsi i confini non solo continentali ma nazionali. Italiano o Americano che possa considerarsi, quello che resta da chiederci è, saranno le sue idee accettate dal paese che lo vuole suo cittadino?
Elizabeth

Anonimo ha detto...

L'Italia esporta ogni anno circa 30mila ricercatori e ne importa solo 3mila. Si prevede un rientro dei cervelli in modo da facilitare i contatti tra Università italiane ed Estere. Numeri e vantaggi, cosa sia dato fare poi al singolo ricercatore dopo i tre anni di contratto, non ci è dato ancora saperlo. Forse perchè è un non-numero? Zero.
Beatrice

Anonimo ha detto...

Chi può arrogarsi il diritto di conferire o togliere un'origine culturale, solo perchè la persona in questione non rispetta il bigottismo democristiano che l'Italia ha come zavorra? Se questa persona la pensa diversamente dai "cattolici" allora non è italiano? Le staminali servono a salvare delle vite e non possiamo mettere il bavaglio al progresso scientifico per un'assurda "ragione di fede", altrimenti se dessimo ciecamente retta al papa, staremmo ancora qui a chiederci se è la terra che gira intorno al sole o viceversa. Trovo agghiacciante una presa di posizione simile, sia perchè si mette in discussione la libera circolazione delle idde, sia per il suo carattere di uniformare le opinioni verso una deriva universalista, premessa per qualsiasi dittatura. Ale/allblacks

Anonimo ha detto...

Ce ne fossero in Italia di questi "quaccheri statunitensi", che vincono i nobel, invece di questi politicanti che usano la loro "politica" come fine (i soldi da parlamentare) e non come mezzo(migliorare il proprio paese, come fa il quacchero statunitense).
Frank Siegel

Fabio Capuano ha detto...

"Caro segretario,
sono Fabio Capuano uno dei consiglieri nazionali del nostro grande partito,
mi permetto di scriverLe per manifestarLe la mia amarezza circa il silenzio tombale che il partito sta portando avanti sulla questione emigranti.
I nostri ideali in difesa dell'UNITA', in difesa dei valori più alti che includono la libertà, la possibilità di dare a tutti un' alternativa per una vita migliore non sono messi in campo per dare sostegno a tutta questa povera gente che fugge, scappa e lascia tutto, posti, affetti, ricordi, sradica le proprie radici dai luoghi che li hanno formati e resi uomini per venire nel nostro amato Paese.
E' vero, la questione è grave, è complicata, ma FARE L'ITALIA non è stata una passeggiata.
Facciamo parte di questo governo che si è dato da fare solo dopo aver deciso chi bombardare e solo dopo avere vinto un braccio di ferro assurdo con chi chiamiamo ancora "cugini".
Mi sarei aspettato un suo intervento almeno sulle pagine del sito del partito, ed invece non c'è nulla.
La mia regione è quella che più di tutte ha dovuto assorbire l'onda d'urto dei poveri disperati che partono senza avere la certezza di poter arrivare.
Per i migranti, L'Italia e certamente ancor più l'Europa, parte da qui, dalla Sicilia, esattamente come chi l'11 Maggio 1860 decise di unificare questo GRANDE PAESE partendo da quest' isola separata dal resto della penisola solo da mare, quello stesso mare che ancora oggi è il veicolo per un sogno migliore.
Alla fine del suo intervento, all'ultimo consiglio nazionale Lei disse e cito testualmente:
"A voi, a tutti voi, il compito e l’onere di affiancare la segreteria nazionale per i migliori successi repubblicani e per un migliore avvenire delle giovani generazioni cresciute con l’amore per l’Italia, per l’Europa, per tutte le popolazioni sopraffatte da dittature e infine per ciò che sintetizza tutto questo: l’amore e la passione per il Partito Repubblicano Italiano."

Spenda per noi, figli di una terra violentata, derubata ed utile soltanto nei momenti di emergenza nazionale, una parola di solidarietà che possa continuare a darci forza per combattere chi usa a suo interesse la cosa pubblica, e solidarietà a chi chiede diritti che secondo il nostro ordinamento sono primari ed essenziali.

Nella speranza che la presente sia intesa come un semplice contributo di chi crede ancora che Vincenzo Statella salvando Garibaldi rese un servizio fondamentale al progetto di un' Italia Unita, la saluto cordialmente.

VIVA L'ITALIA E VIVA IL PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO.



Fabio Capuano

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